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giovedì 21 ottobre 2010

pria che l'erbe inaridisse il *erno

Credo sia la prima volta nella mia vita che cito Leopardi, ma il verso e le circostanze ingolosivano.
Qualche sera fa, in infuocata conferenza Skype, discutevamo* i possibili tempi e modi della trasferta in Tuscia. E siccome o si salvavano i tempi o si salvavano i modi s'è pensato di ripartire dal basso. Dal basso degli istinti, per esempio quelli di competenza del ventre.
Ce ne andiamo, chi c'è e puo', a sfondarci dei frutti della stagione












 ?

Io butto là un paio di proposte-sagra, almeno ci si vede davanti a un maiale fumante prima di sprofondare nell'umidità e nella tristezza.

Pacchetto Tutto e Subito (marzabotto)

smarronata

Pacchetto Rutto Libero in Parrocchia

tartuffo

Pacchetto Complicarsi la Vita

november porc

Pacchetto Nostalgia

treno dell'ammore

treno dell'ammore

Controproposte, impegni e vaffanculi a seguire nella discussione.


*in ordine alfabetico discendente Biassoni, Cataudo, Mastrogregori

martedì 19 ottobre 2010

Non mi son rimaste più nemmeno le parole adatte, per circoscrivere questo andirivieni di apatie ballerine


Pessima idea #01

Stampare di nascosto culi di maschi per gli scherzi di laurea della tua coinquilina non è di sicuro il massimo del pericolo, ma vi garantisco il fatto che può esporvi a discutibili conversazioni davanti alla stampante.
Specialmente se questa è usata da almeno 30 persone.
Specie nel caso in cui tra una stampa e l'altra di un disegno tecnico siano presenti le chiappe del tizio qui di fianco.

Tu spiegalo, a quel punto, che il foglio non è tuo.

uhm...

Quel dì / ahi noi / come foglie sospese / quasi fosse dicembre

Cosa succede quando ti siedi vicino ad altre persone e vagamente bresco (ma vagamente) inizi a creare frasi usando una parola ciascuno?
Se inizi tu, quello che ti precede decide quando chiudere la frase e dice "punto".
Capita che le scrivi certe volte, magari le condividi, certe volte le ricordi, altre invece te le dimentichi.
Per fortuna qualcuno le scrive, ogni tanto.
Sono in lotta con i congiuntivi. Ma vi abbraccio sentitamente uno ad uno.


#################### adoro i cancelletti ###################

Agenore figlio illegittimo di Brisbi un bel giorno mi toccò la sotto ignaro che fossi del segno dei pesci marzolini

Cappuccino rossi si trastullava lieta con il bastone nodoso che apparteneva a sua santità

Piantala li questa scopa magica, tanto vale prendere un sasso cotto a freddo; piuttosto andiamo a pescare trote in mutande rosellinate che è meglio

Bevevo ettolitri senza riempire neanche un quarto del mio grande cuore. cuore mio profondo sconforto della tua giovane ilarità, cadde senza alcun battito; libera professione errante

Ballavamo un lentissimo sospiro, alto sulle ginestre, in una calda mangiata d'amianto, sapore inusitato, carpiva segreti indicibili che nessuno credeva possibile esplicare con il dubbio; e la faceva morire

cantami latrati solenni, mentre giochi a scacchi nuda davanti e dietro, invece di ridere ancora, io, padre, non sego aguzzi spartiti; dopo l'amore

Giovanni voleva estorcere confessioni gratuitamente, per godere della ricchezza altrui, desiderata dai politici ingordi di Topolonia

Si ricordava solitamente a quelli del cruscotto bagnato di liquore che rispettassero ogni possibile ingiustizia

leccavo solennemente le ciglia ispide, ma Pieretto leggeva senza vacca; sotto la torre più nascosta del circondario, formato anni or mesi or giorni or eoni.

Manfredi vuole toccare con il suo palmo tutta la lunghezza del suo pene mascherato

Ripudio violentemente ogni percossa assaporata carponi, fine a se medesima, nel bagagliaio posteriore del nostro liquoroso maiale, presidente d'ammòòòree.

Partorivo il gatto, credendo che l'animale, con trasporto, mangiasse ogni desiderio

Scopro con entusiasmo che gli atomi pensano meno tra un momento e un cementificio idolatrato dai druidi bianchi autoctoni della fottuta Jamaica

Stavo beatamente seduto capovolto sotto un cubo quando l'idiota re di Bologna gongolava nel crepuscolo degli dei

Istrione! Sorreggimi cazzo! Gesù era il benefattore meno bieco per le note frequentazioni giuridiche circoscritte all'atto di resuscitare inutili leggende partorite dalla chiesa

Immagina mio zio che mangia la merda in cucina sorretto da mille farfalle che svolazzano sotto una superficie piana appena unta di grasso di tritone

Succhiami velocemente il pene, mentre tocco appena con un dito le croste della mia arrugginita nonna e allegramente considero un palliativo alla noia assurda, monito per ricordarci quanto inutile la vita.


############ continuo ad adorare i cancelletti ############

domenica 17 ottobre 2010

Quanto mi Garba

Ballando la Garba in centri concentrici con centinaia di persone attorno all'effige della dea Durga ho avuto quella sensazione mista di spaesamento ed emozione che accompagna le esperienze religiose. Innanzitutto Durga ha dieci braccia (8 secondo altre fonti) e cavalca una tigre. Non penso che si possa essere più cool di così. Poi durante la danza (che dura ore ed ore, con ritmi dapprima lenti e poi sempre più veloci) si ha l'impressione continua di essere sulla traiettoria di collisione con le persone nei cerchi adiacenti: tutti si muovono con grazia incredibile ma ad una velocità impressionante. Quando alla Garba si integra il Ras (la danza dei bastoni) le cose si fanno ancora più intense perché ognuno danza con due bastoni di legno che deve far suonare contro quelli del compagno di turno. Mentre si balla piroettando vorticosamente e si fanno acrobazie coi bastoni.

In tutto questo io mi sono sentita molto bianca e molto poco aggraziata ed ho deciso che voglio almeno dieci bambini indiani. Ma delle suocere indiane si dice siano peggio di quelle italiane quindi forse no. Poi sono andata a casa e mi sono tolta dalla faccia i trentasette chili di eyeliner e sono andata a dormire.
Altre cose che succedono a Chapel Hill: ho comprato un motorino adorabile che mi vuole molto bene, la coinquilina bellissima ed io abbiamo fatto la zucca di Halloween, ho dei vicini russi che fanno le feste indie rock e non mi invitano, di giorno fanno 30 gradi e di sera 2, il numero di cellulare che
mi è stato assegnato prima era di una prostituta ed ora di notte mi arrivano chiamate e sms molto strani, ballare a piedi scalzi su un tappeto intorno alla dea Durga ti lascia i piedi distrutti.
Cheers.

anche questo è essere l'epitomatore

Inzupparsi di whiskey fino alle tre del mattino, doversi svegliare alle sei e mezza per prendere un treno che porti ad un pranzo di famiglia a trecento chilometri di distanza entro mezzogiorno e chiudere il telefono alla propria madre alle dieci, pensando che sia la sveglia che sta suonando.
Arrivare alle quattro facendo rimandare il pranzo di un giorno dopo avere scatenato una crisi familiare. Trovare pioggia e bora al mattino e pensare che in fondo, un po' di responsabilità ce l'hai.
Almeno si è fatto un laboratorio di cinema con persone meravigliose, si sono imparate tante cose e ad Aprile, salvo bocciature, si reciterà al Comunale.
Rendersi la vita il più complicata possibile.
Essere l'Epitomatore, altro che burning man.

martedì 5 ottobre 2010

PER I MENO ATTENTI

Wunderkammer d'esseri umani

"La signora Osanna è tornata".
La signora Osanna è quella che mentre sono seduto al suo terminale per capire quali danni ha prodotto dal punto di vista hardware/software/metafisico mi infila le dita nei capelli esclamando quasi in un pre-orgasmo: "come sono belli".
La signora Osanna fa parte dell'enorme sotto insieme degli utonti repressi e arrabbiati - informaticamente parlando.

E' quella che dice "cazzo, sto bocchino non va una miseria" o "Fèt bàn inculér" mentre batte, anzi, mentre schianta le proprie mani sulla tastiera. Le stesse mani a cui sono collegate le dita che infila avidamente nella folta chioma del sottoscritto.

La Signora Osanna rappresenta perfettamente una tipologia di utente che non è avezzo all'informatica; quasi con certezza rientra nella categoria di persone che se cambiano televisore e di conseguenza telecomando, non capiscono più che tasti premere perché "è tutta un'altra cosa!".

Ma nonostante la forte necessità di escapismo che mi si agita in cuore - e nei piedi - quando la signora Osanna mi contatta, rispondo sempre alle sue domande, visto che in ogni caso contengono già la risposta. Ad es: "Non si vede più nulla sul monitor, cosa faccio lo riavvio e vedo se riprende ad andare?", "la stampante inizia a farmi tutti i caratteri che si vedono poco, devo forse cambiare il tonner (si perché lei lo chiama il tonner, un misto tra il Tonno e il toner della stampante) visto che si è accesa la spia cambiare il tonner?"

Io credo che se si spegnesse tutto e non ci fosse più corrente elettrica - cosa che farebbe venire un infarto allo Sballolio - per campare farei il fornaio. Ma alla signora Osanna risponderei comunque alle telefonate, soprattutto a quella più bella: "Sono qui ma non si accende nulla, cosa faccio?"