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sabato 28 agosto 2010

La polizia americana sono dei banfoni

Ieri notte sono andato nella discarica di un sito di lavori in corso sul campus, e il mio amico Jesse Germinario che viene dal New Jersey ha forzato il catenaccio di un bidone di rifiuti metallici perché apparentemente sono queste le cose che ti insegnano in New Jersey.

Abbiamo preso dei tubi metallici per rimpiazzare i picchetti delle tende.

Oggi ho conosciuto un tipo che conosce Alexander Shulgin e poi ci vende la droga di Alexander Shulgin, e un tipo che ama fare elenchi di malattie sessualmente trasmissibili che ha preso al Burning Man. Quando finisce di raccontare, si gira e mi dice:

"in the city they say, if you meet a girl during Burning Man week, she's a keeper"
(a San Francisco dicono che se incontri una ragazza durante la settimana del Burning Man, te la devi tenere stretta)

ovviamente perché non é "a crazy fucking whore"...

Domani mattina sul presto parto sullo schoolbus di una persona che ancora non conosco e speriamo bene che sia una persona affidabile. Adesso vado a smontare parti di bici giá di loro alquanto smontate.

Auguratemi buona fortuna che ne avró bisogno...

venerdì 27 agosto 2010

ci siamo fatti da soli

o perlomeno sono andato a Farnese con Silvia e Renato, dove nell'ampio carrozzabile sotto alle finestre del Vignola Max Gazzè ha cantato "Dopo l'imprevisto, / tu fai perno / e stai di schiena / a vomitare questo / rivolo in apnea".
Con buona pace del rivolo, il giorno prima mi sono sbucciato un gòmito facendo free climbing sui massi trachitici della faggeta; tutta la notte cavalcammo, dal ponte di Vulci e poi per le forre e le piane magnifiche maremmane, con la sola compagnia del dotùr Dall'Olio e della consorte Lovatti, entrambi in villeggiatura equina; luna piena come una padellata.
(tornando al Biassoni, egli mi passava gli àcini di uva mentre ero alla guida)
poi
mi sono tagliato i capelli
ho aggiustato una abat-jour
ho un fratello fascista
sono stato a Montalto di Castro.
I Marinetti presero una villetta per agosto, e si danzava tutta la notte, con interventi significativi di presenza della Giovanna Montini; i pomeriggi erano lunghi e i sospiri brevissimi.

al mare ho perso il casio F-91 W, perciò sappiate: cosa regalarmi per Natale.

funàri

giovedì 26 agosto 2010

domenica 22 agosto 2010

Dipendenza da se stessi: l'autoreferenzialità nel giovane contemporaneo

(Pancani, sentirmi meno avventuroso di te mi getta nello sconforto)

Internet è, statisticamente parlando: acquisti di oggetti superflui, video di cani e ansia d'autorappresentazione. Non possedendo ahimè nè un account di e-bay nè un cane, mi rimane l'ultima, che passo a sfogarvi tutta addosso, senza scrupolo alcuno.

Oggi è il mio penultimo giorno in Italia. Domani si conclude un anno in cui "ho provato solo a digerire, e ho finito con l'imparare molto sulla digestione" (tratto dai segretissimi documenti di Palazzo Garrovo). Un anno di epiche battaglie, tutte dentro le pareti della pia madre. E fuori dalle pareti, quasi nulla. Mi sono reso conto di non sapere più fare a socializzare, semplicemente perchè il mio organismo non ha più la forza per sostenere i necessari quantitativi di alcohol. Poi mi sono reso conto che socializzare è un gioco a perdere. Poi mi sono reso conto di rendermi conto di troppe cose, e che il mio organismo non ha la forza per sostenere nemmeno il peso dell'auto-consapevolezza. Il paralizzante, oh quanto paralizzante, peso del sapere le cose che ti succedono mentre ti succedono.

E quindi: escapismo (che non me ne abbiano i prescrittivisti, lo so che non è una parola).

E sono escapato in Scandinavia, dove mi sono sentito molto basso e molto poco biondo. Dove tutto è così pulito e verde, e dove ho avuto la più interessante conversazione dei miei ultimi tempi, su un tram a Goteburg, con un rappresentante delle foltissime, biondissime ed occhialutissime schiere degli hipster svedesi (un esemplare di "svennehipster", da non confondersi con i vari "klubbhipstern" o "gubstritkillern", per chi di voi sia come me sempre intrattenutissimo dalla tassonomia della gioventù urbana), che a differenza dei suoi colleghi, aveva delle opinioni. Io mi stavo vantando ad alta voce di aver "figured out swedish hipsters so quickly", dimentico del fatto che chiunque in quel paese è anglofono (pare per diritto acquisito), al che lui risponde "oh, really?". E di li, escalation. La conversazione si è conclusa con "hey sorry, this is my stop, but don't worry, cause meaning will create itself, cause this is what it does". Momenti di gratitudine per avere una mente.

Poi siamo andati via bus nella terra dei sogni infranti e delle rivoluzioni spirituali della Facciani: Christiania. Che non dubito fosse un incredibile fazzoletto di terra, libertà, amore e autodeterminazione nel cuore di una capitale dell'Europa capitalista, trent'anni fa. Ora però, le nuove generazioni christianiane vendono merchandizing (molto del quale serve per consumare o contenere marijuana), si fanno treni della suddetta marijuna, si comprano schermi al plasma e si fanno tatuaggi intimidatori. Mi chiedo quanto bisogno di rivoluzioni spirituali ci voglia per essere rivoluzionati da Christiania. Io ne sono uscito dopo due giorni con il pensiero unico: la crudele impermanenza delle cose umane, di come l'equilibrio sia solo un accidente temporaneo, e tutto sia destinato, in modi più o meno interessanti, a finire.

Poi sono tornato a casa, dove mi sono dedicato con solerzia al gap tra i libri che possiedo e i libri che ho letto. Sono entrato in frenesia tipografica, e ho stampato/rilegato nell'ordine: tutta la bibliografia non-fiction di DFW, poi i fratelli James ed E. Goffman, poi Santayana e Marco Aurelio, gli Upanishads e quasi tutta la bibliografia di Neil Gaiman. Che si sposa con Amanda Palmer, tra l'altro, ed io li amo e vorrei un figlio da entrambi.

Poi altro escapismo: tra una settimana sarò a Blackrock City, sulla spianata, ex-lago salato del pleistocene del Blackrock Desert, a guidare questo http://playapillar.com/ . Poi torno a casa e la realtà mi darà un pugno sui denti, i denti in forma del mio libretto ed il pugno nella modesta forma di Atzori. Io gli dirò (ovviamente solo nella mia mente): ho appena passato una settimana di indulgenza e psichedelici nel deserto, il tutto con i soldi di papà, (ed un po' dei cocomeri, ma soprattutto di papà), e non ho studiato assolutamente nulla del suo rilevantissimo esame, ma soprattutto ho smesso di credere da tempo nella istituzione che lei qui rappresenta, non provo alcun interesse verso i suoi riconoscimenti, e sono convinto che lei e la sua combriccola siate solo propagatori di memi anti-illuminanti e tronfia disonestà intellettuale. Ora mi dia il mio 18 e leviamoci dal cazzo.

Stanotte invece, mentre stavo utilizzando il mio portatile a scopo letterario/autoerotico (accettatela così e non indagate oltre), mi ha morso un ragno, uno di quei ragni di casa mia, per chi di voi li conosce. Per la prima volta non sono scattato in automatico alla vista del ragno, in uno stato di quiete remissiva. Il ragno stava sotto la mia coscia, e sopra ci stava il portatile, e dopo avermi morso, il ragno è scappato di gran carriera verso il bordo del letto. E mentre lo fissavo allontanarsi da me e dalla mia tecnologia, ho pensato che vabbè, io me ne stavo li con la mia tecnologia, ma in realtà è molto più figo lui , il ragno, incredibilmente più figo, rispetto alla mia tecnologia. Certo, il mio portatile può andare su internet e farmi scrivere sui blog e vedere video di cani con buffi capi d'abbigliamento. Però non può fare un altro portatile. E mi è scesa una lacrima. Per il ragno, per me stesso, per tutti quanti, che siete molto più belli di un portatile, o di un blog, o di una settimana di villeggiatura con o senza deserto, o di un bonus di buonauscita o di una promozione a responsabile regionale vendite o di un anno sabbatico o di qualsiasi targhetta su qualsiasi scrivania del mondo.

(Mul)holland Drive

Ho trovato casa.

Hilton Hotel, Boston Logan International Airport
Piuma d'oca, millequattrocento cuscini di piuma d'oca sullo stesso letto. Grazie British Airways per avermi pagato una notte all'Hilton, certo che potevi almeno assicurarti che avrei avuto piu' di cinque ore per dormirci. Anche l'acqua che esce dalla testa della doccia e' piu' lussuosa all'Hilton. Se poi tale doccia sta lavando via piu' di trenta ora di aerei, scali e ritardi allora diventa ancora piu' meravigliosa.

Divano blu, casa del dentista
J. sta completando la sua residenza come dentista in un ospedale a Chapel Hill. E' il tipico esempio di bambino che prendeva sempre le vitamine: 26 anni e dentista, musicista affermato, pittore talentuoso, fotografo eccezionale e campione di sollevamento pesi. E tutti i suoi amici sono cosi'. Le loro storie a cena spaziavano da "quando ho curato 200 pazienti gratis in una settimana in un villaggio in Honduras senza acqua corrente" a "quando suonavo con l'orchestra filarmonica di Vienna". Insomma una cricca creata per farti sentire inadeguato.
La mia terza notte a casa di J. l'ho passata a fissare la donna blu nel quadro appeso di fronte al divano e chiedermi perche' la compagnia aerea con le mie valigie smarrite non si fosse ancora fatta viva. Nella paranoia del dormiveglia avevo immaginato due grossi scaricatori di valigie (come il Biax!!) che suonavano alla porta nel cuore della notte e mi portavano via sul loro camion per vendermi sul mercato della prostituzione internazionale. Alle cinque e mezza sento dei passi di fuori e poi qualcuno che cerca di aprire la porta. Sono loro, penso, stanno cercando un campanello ma non lo trovano. Non vogliono rapirmi, solo riportarmi le valigie. Invece di alzarmi decido di aspettare. La porta viene forzata ed il corridoio si riempie della luce di una torcia. Cazzo. Mentre i passi si avvicinano lentamente al divano dove sto dormendo riesco ad urlare un "Who's there?" e sento che la persona in corridoio si e' fermata. "Hello? Who's there?" e sento correre. Chiunque era e' scappato. Attraverso il corridoio dove la porta d'ingresso e' ancora spalancata e volo in camera di J. urlando parole a random.

Divano verde, la casa piu' sporca del mondo.
L. scrive sempre "peace" prima di firmare il suo nome nelle email di couchsurfing. Vende scarpe e vive con K. una ragazza che di giorno fa la graphic designer e di notte la venditrice di bubble tea (che e' una schifezza) e C. un ommioddiouncapellone, per dirla alla Murano. Vivono nella tipica villetta americana con giardino e cassetta delle lettere il cui interno pero' ha iniziato a marcire. La vasca da bagno e' MARRONE e ci sono tanti di quei capelli sul fondo che l'acqua non esce mai completamente. Poi insetti di ogni tipo ed il pavimento della casa indistinguibile dall'esterno di terra battuta. Con L, K e C abbiamo passato una serata meravigliosa a bere maragaritas a 1.50$ in un posto messicano e poi limoncello sul loro divano (il mio giaciglio). il giorno dopo ho fatto come i senzatetto e mi sono lavata da starbucks prima di andare a lavoro. Avevo paura di prendermi qualche rara infezione ad appoggiare qualsiasi parte del mio corpo a qualsiasi parte del loro appartamento. Siamo usciti di nuovo insieme e ci siamo voluti tutti molto bene al punto che mi hanno proposto di venire a vivere con loro. A quanto pare L. e' stufa di vendere scarpe e vuole girare il mondo. Ma non ho ancora l'assicurazione sanitaria e vivere li sarebbe stato cercarsela per cui ho deciso che era meglio essere barbona ancora per qualche giorno.

Lettone con gatti, casa del Boss
La mia capa e' partita per qualche giorno e mi ha offerto di venire a stare nella sua casa gigantesca e fare la cat sitter. Dopo la doccia all'Hilton questa e' la prima volta che mi sento veramente pulita. Ovviamente passo le notti sveglia alla finestra a controllare che non ci siano assassini pronti ad irrompere nella casa. Qualche volta vedo i vicini che fanno jogging con il cane alle quattro di notte. La casa e' completamente circondata da bosco ed in giardino ci sono i CERVI. I CERVI! Genitori cervo che portano i figli cervo a vedere gli umani e mangiare i loro pomodori. Poi le farfalle, grandi come gatti. E le zanzare come topi.

(Mul)Holland drive.
Ci vado domani dopo lavoro. La mia coinquilina e' una dottoranda in lettere classiche che insegna latino. E' carina carina. La casa e' piccola, un po' vecchiotta ma ha un'aspetto sereno. La ragazza che se ne va mi lascia tutti i mobili e la bici e mi risparmia il dover nolleggiare un furgone e comprarmi letto etc.
Quindi si, si (ri)inizia!

venerdì 20 agosto 2010

Semplicemente, turuturututtutu

Amici amici amici. Ecco una bella immagine di Capri per voi. Con tanto di passante che secondo me rende la foto davvero notevole.
Sono appena tornata da una vacanza moooolto anni Cinquanta, di quelle dove il babbo spende un sacco di soldi per fare felice la famiglia e la famiglia ne approfitta felice. Abbiamo fatto tutte le cose che si dovevano fare: pernottamento a Sorrento, visita a Positano, Amalfi, Ravello (l'unica che, dal mio spocchioso punto di vista radical-chic, ha un fascino vero e non da cartolina), cena in ristoranti con settantaquattro bicchieri a persona e vista sul mare, gita in barca fino a Capri, passeggiate serali con doppio incontro con Miriam Mafai e singolo con la presentatrice di Forum.

Ad accogliermi, nella ridente Vallerano, il soundcheck degli Zero Assoluto.

In realtà vorrei parlarvi di quando sono andata a Giove con Fernando, Savini e Marinetti. Vendono il castello di Giove a tre milioni e mezzo di euro, oppure un ristorante chiuso per cessata attività a 235.000 euro. Abbiamo fatto un sopralluogo e dei giovesi ci hanno detto che il problema del ristorante era il parcheggio. Che non c'era. Beh! Facciamo un mutuo? Aprire un ristorante nel vecchio mulino di Giove mi sembra un ottimo scopo per questo novello blog. Link e baci.

http://annunci-casa.eurekasa.it/vendita/commerciale/Umbria/Terni/Negozio_Locale_commerciale-Giove-17607578.html

domenica 15 agosto 2010

Siori, si apre!! (anzi RIapre)

Invece di fare noiose presentazioni, cominciamo da qui.

A chi arriverà da queste parti, vicenda e personaggi sono ben noti.
Certo non è ignoto ad alcuno il profilo del giovane resosi autore degli ultimi, strazianti lamenti su quella che fu la creatura della nostra prima diaspora.
A lui, involontario ispiratore, ci siamo sentiti di tributare l'omaggio dell'eponimo, strappandolo al losco Penazzi di cui più non sappiamo, se non che si trova nelle immediate vicinanze di orione.
Ci è piaciuto inoltre di ricordare (per chi si ricorda) l'occasione che , ammettiamolo, ha un po' chiuso questa fase, quest'anno- questa università per certi stronzi.
Una piacevole riunione in quel di Fusignano, dove nella generale animazione è emerso un comportamento nuovo, affettivo, infettivo. Abbiamo incominciato a farci perno a vicenda, e non abbiamo più smesso.
Chi volesse proseguire l'esperienza, chi ancora deve aprire gli occhi è egualmente benvenuto.


La veste grafica è volutamente di difficile interpretazione, poichè chi prendeva le necessarie decisioni era di cattivo umore e si è sentito in dovere di punirvi tutti un po'.
Nell'ordine: un po' di confusione non ha mai fatto male a nessuno, a me piace così, non cagate il cazzo.
Più avanti vedremo, se vi comportate bene.


Vostro Affezionatissimo e Smanioso

BiassOgni