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venerdì 17 dicembre 2010

il mio 14 dicembre


Sono partita alle 03.30 del mattino da Bologna con un pullman dal Tpo. Ero con Renato e con i miei amichetti della radio, più un altro centinaio di persone. Siamo arrivati in una Roma festosa, felice, piena di speranza. Non ho mai visto così tante persone e così tanti volti diversi, tutti insieme. C'erano studenti, migranti, mamme, terremotati, operai, ricercatori, precari. C'era una Roma piena di bandiere e cartelloni, e a parte slogan della Fiom e di Rifondazione, per il resto non erano bandiere di partito. Non c'erano partiti in piazza, e questo un po' sollevava e un po' faceva paura. E' iniziato il corteo, con le musiche di un tempo e le parole di sempre. Ero felicissima, sentivo quell'appartenenza che non sentivo da tanto. Eravamo tanti, e tutti pieni di desideri e rabbia. Eravamo giovani, pronti a demolire per poi ricostruire. Ma quando siamo arrivati a piazza Venezia, dove finiva il terreno calpestabile e iniziava la zona rossa, hanno iniziato a volare dei sacchi dell'immondizia al di là delle barricate, e la mia prima reazione è stata un sorriso. Ma subito dopo i sacchi dell'immondizia sono diventati sassi e bombe carte, e lacrimogeni in risposta, senza riuscire più a capire chi provocava e chi rispondeva. Paura, fumo, spari e occhi che bruciano, corse sconnesse e ricerca di volti noti e della mano di Renato. La domanda: "ma che cazzo stanno facendo?". E i manganelli fanno paura, anche se visti solo da lontano. Dopo qualche minuto è tornato il silenzio, e la maggior parte della gente ha continuato a camminare. Abbiamo fatto dei cordoni di persone, io e i ragazzi della radio ci siamo ritrovati nel gruppo degli studenti di Venezia, e qualche fila dietro di me c'era Berni. Ci hanno mandati verso il lungotevere, sempre più lontano da dove volevamo andare. In quel momento è arrivata la notizia del voto di fiducia a Berlusconi, qualche istante di silenzio e subito si è alzato il grido "vergogna!vergogna". Niente rabbia, da parte mia, solo un'enorme tristezza. Qualcuno è andato a mangiare, noi abbiamo tirato fuori i nostri panini e abbiamo continuato a camminare, senza sapere verso dove.
Sirene dei vigili del fuoco, boati in lontananza. Imparavo a distinguere il rumore ovattato dei lacrimogeni da quello ben più definito delle bombe carta. Anche se il rumore più spaventoso è quello di una macchina quando prende fuoco. E l'odore peggiore è quello di un'auto che brucia. E quando invece di un'auto parliamo di una camionetta della finanza vi assicuro che il rumore è assordante e l'odore insopportabile. E il fumo è il più nero che si possa immaginare. A quel punto avevo davvero paura. Ci avviciniamo a Piazza del Popolo ma una carica della polizia ci convince a rimanere fuori dalla zona rossa. Iniziamo a salire per il muro Torto. Incontro Riccardo, Palmisciano, un ragazzo di Vignanello, mi chiamano Fernando e Marinetti che non riescono a raggiungerci. E intanto dall'elicottero lanciano lacrimogeni.
Arriviamo alla Sapienza e sono le 17, abbiamo camminato per circa 17 km, Berlusconi è ancora al governo, qualcuno si è fatto male e qualcun altro è in questura. Tutti sono stanchi e qualcosa è cambiato.
Non ho ancora capito cosa comprendo, cosa condanno e cosa condivido. Per ora racconto, poi - forse - giudichierò.

domenica 12 dicembre 2010

HOUSE WARMING PARTY IN LONDON

Quando mi verrete a trovare, ci facciamo un bel house warming party nella nuova casa

http://www.youtube.com/watch?v=LEZfMBZEEDc&feature=player_embedded#at=95

Mi trasferisco il 7 gennaio, se tutto va bene. Questo dovrebbe essere il vostro salotto:


ZONA 1 SIGNORI, PREZZO IRRISORIO E SENZA UN LANDLORD CHE IMPONE IL VETO AGLI OSPITI! Vi aspetto nudo.
Vostro devoto,
Lillo