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martedì 14 settembre 2010

Back to Whatever Reality part II

Decomodification, Radical Self-Reliance, Radical Inclusion, Radical Self-Expression, Communal Effort, Leave No Trace, Participation, Immediacy.

Leggi questi, i principi del Burning Man, prima di partire, e pensi che il Burning Man sia come minimo una setta, il parto malato di un guru televangelista.

Questo però è quello che ti dicono dal sito, la descrizione ufficiale che il burning man da di sé stesso. E se nemmeno il burning man in persona (del suo ufficio stampa) non riesce a dare un'idea credibile di se, come posso io?

Negli ultimi giorni mi sono trovato spesso ad affrontare il problema. Ho trovato anche post su forum con consigli su come rispondere alla fatidica domanda "Burning Man? Che è?".

Ho notato che se opti per la risposta "incomunicabilità", fai la figura di chi se la tira perchè ha vissuto cose che voi umani. Se opti per la risposta più pragmatica (e più realisticamente efficiente) "se sei veramente interessato/a, googolalo" fai la figura dello stronzo. Se provi veramente a descriverlo, ti sembrerà sempre di non aver detto abbastanza, e finirai con lo sfondare le barriere dell'attention span (e testicoli) dell'ascoltatore.

Io sto lavorando a una equilibrata routine sotto le cento parole. Me la imparo e buonanotte al secchio.

Ad ogni modo quei principi, che a prima lettura sembrano così ridicoli, li riconosci in fretta, tutti quanti, nella loro assoluta realtà pratica e quotidiana. E poi ti chiedi se siano venuti prima le uova dei principi o la gallina della comunitá.

Decommodification te ne accorgi anche prima di arrivare, dal momento che tutta la commodification necessaria alla tua sopravvivenza la devi fare nei giorni antecedenti la partenza, tutta quanta. Un'orgia di acquisti, perchè a BRC nessuno vende niente, a parte il ghiaccio. Non esistono i soldi. Se sei alle strette, puoi contare solo sul Communal Effort, cioè l'aiuto che ti arriva dagli altri. E ne arriva, quindi non sei mai alle strette (a meno che sotto effetto di qualche strana sostanza decidi che avresti proprio la necessitá di trasformarti in una fontana, e sprechi in giochi d'acqua dalla bocca metà della tua riserva giornaliera). Per il resto, sei da solo, cioè radical Self-Reliance. Devi pensare a tutte le tue necessità di corpo in anticipo, e presentarti sulla playa con tutto ciò di materiale che concerne la tua sopravvivenza di essere umano. E poi non puoi fare giochi d'acqua con la bocca perchè violeresti il principio del Leave No Trace, che è assoluto e inviolabile, e la cui piena portata t'arriva tutta sulla faccia l'ultimo giorno, in cui, dolorante e svuotato di serotonina dall'md della notte prima, devi passare tre ore piegato peggio delle mondine a scandagliare in manovra combinata a rete ogni centimetro quadro del tuo campo in cerca di pagliuzzine, pezzettolini di carta, rimasuglietti biologici e plastichine, mentre ti alterni con gli altri a fare da baby-sitter al povero cinese che la sera prima si è allontanato dal campo con una giacca di led blu e 16 cartoni d'acido in tasca, ed è riemerso dalla tempesta di sabbia solo un paio d'ore fa, nudo, pericolosamente disidratato, con le braccia al cielo e un altro mondo dietro agli occhi. Che abbracci perchè piange e dice che il mondo gli fa male qui (indicandosi le tempie), e poi si soffia il naso nel tuo petto (che tutti vogliono, ricordiamocelo, anche il cinese)

Participation arriva invece un po' dopo, perchè i primi due tre giorni a brc li passi a osservare, alquanto esterrefatto (o senza esterre). Però non partecipare è praticamente impossibile. La comunità è interattiva by design. Anche i più ritrosi verranno coinvolti, trascinati da qualcuno da qualche parte, magari i ragazzi del campo che offre mojito and body painting, che stanno sulla strada e ti chiedono se hai di meglio da fare che berti un mojito ghiacciato e farti dipingere il corpo. Ed ovviamente non hai niente di meglio da fare.
Anche molte opere d'arte e installazioni sono basate sull'interattività. Pedali sull'esplanade e ti imbatti in un salice piangente di led bianchi, con le invitanti fronde sistemate convenientemente ad altezza faccia, ed ovviamente ci corri sotto urlando "weeeee", e al tocco, le fronde del salice ti sorprendono con dolci note di carrillon. Per ogni percorso tra le fronde, una melodia diversa. Oppure incontri una enorme struttura morfofitica che termina in tre braccia dotate di touch-screen, e si illumina di complessi pattern al ritmo di una strana musica. Ti avvicini e scopri che gli schermi non sono altro che sequencer, dai quali tre abitanti della playa possono indipendentemente inserire sample e cambiare musica e luci. Se inizi a cazzeggiare troppo e inserire cose antimusicali a caso, l'intera struttura si ferma di colpo ed inizia a sputare fuoco da decine di bocche nascoste. Come per rimproverarti. Oppure vedi in lontananza delle enormi fiamme salire una dopo l'altra a metri e metri d'altezza, ti avvicini e scopri che è un martellone gigante alto più o meno come palazzo Garrovo, attivato da martellatori presi dal pubblico, che a spediscono le fiamme più o meno in alto a seconda della forza. E qui mi fermo ma potrei andare molto avanti.La cosa incredibile da immaginare é che le centinaia di migliaia di ore spese nel realizzare tutto questo, sono state spese pro bono, da privati cittadini, al solo scopo di interagire con te.

Immediacy ovviamente è abbastanza immediata, perchè ti rendi conto in fretta che tanti piccoli eventi attorno a te sono irripetibili, e se non li vedi adesso non li vedi più. Come la parata DC comics, con centinaia di superman che corrono a braccio teso tra i campi, o la banda dei conigli che attraversa l'esplanade al ritmo di we shall overcome, seguita a ruota dalla protesta delle carote, che portano striscioni e cantano "less stick, more carrot, less stick, more carrot". Come sopra, potrei andare avanti ma non lo faccio.

Anche Radical self-expression la vedi subito, ma è la più lunga e impegnativa da interiorizzare. Perchè si, capisci subito che in sto posto se uno sente il bisogno di vestirsi da carota o da superman o da sexy maid o da uno strano miscuglio di stracci o da niente, lo può fare, o di spendere mesi a costruire un enorme unicorno a motore con cui attraversare la playa in gloria equestre, per poi bruciarlo nei falò finali, altrettanto. Però ci metti un po' a capire che qualsiasi cosa ti senti di fare tu, non i pazzi la fuori ma tu, la puoi fare. Qualsiasi comportamento, nei limiti del rispetto dell'incolumità fisica altrui, è lecito. E quindi ti ritrovi a chiederti ma io cosa cazzo voglio fare. E le facili scuse che ti fornisce il mondo non le puoi usare, e se vuoi fare qualcosa veramente non puoi dirti "eh ma questo non si fa, è indecente/rischioso/assurdo/fuori luogo/schifoso/inappropriato/fraintendibile/ambiguo etc. Perchè lì tu sei misura del tuo mondo e delle tue azioni. E questo è esaltante ed angosciante. Il burning man è come un'enorme lente d'ingrandimento sul tuo superego, che te lo sbatte in faccia e alla lunga te lo brucia pure.

Poi puoi comodamente assistere al suo graduale rimontarsi, al tuo ritorno in qualsiasi realtà.

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