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domenica 22 agosto 2010

(Mul)holland Drive

Ho trovato casa.

Hilton Hotel, Boston Logan International Airport
Piuma d'oca, millequattrocento cuscini di piuma d'oca sullo stesso letto. Grazie British Airways per avermi pagato una notte all'Hilton, certo che potevi almeno assicurarti che avrei avuto piu' di cinque ore per dormirci. Anche l'acqua che esce dalla testa della doccia e' piu' lussuosa all'Hilton. Se poi tale doccia sta lavando via piu' di trenta ora di aerei, scali e ritardi allora diventa ancora piu' meravigliosa.

Divano blu, casa del dentista
J. sta completando la sua residenza come dentista in un ospedale a Chapel Hill. E' il tipico esempio di bambino che prendeva sempre le vitamine: 26 anni e dentista, musicista affermato, pittore talentuoso, fotografo eccezionale e campione di sollevamento pesi. E tutti i suoi amici sono cosi'. Le loro storie a cena spaziavano da "quando ho curato 200 pazienti gratis in una settimana in un villaggio in Honduras senza acqua corrente" a "quando suonavo con l'orchestra filarmonica di Vienna". Insomma una cricca creata per farti sentire inadeguato.
La mia terza notte a casa di J. l'ho passata a fissare la donna blu nel quadro appeso di fronte al divano e chiedermi perche' la compagnia aerea con le mie valigie smarrite non si fosse ancora fatta viva. Nella paranoia del dormiveglia avevo immaginato due grossi scaricatori di valigie (come il Biax!!) che suonavano alla porta nel cuore della notte e mi portavano via sul loro camion per vendermi sul mercato della prostituzione internazionale. Alle cinque e mezza sento dei passi di fuori e poi qualcuno che cerca di aprire la porta. Sono loro, penso, stanno cercando un campanello ma non lo trovano. Non vogliono rapirmi, solo riportarmi le valigie. Invece di alzarmi decido di aspettare. La porta viene forzata ed il corridoio si riempie della luce di una torcia. Cazzo. Mentre i passi si avvicinano lentamente al divano dove sto dormendo riesco ad urlare un "Who's there?" e sento che la persona in corridoio si e' fermata. "Hello? Who's there?" e sento correre. Chiunque era e' scappato. Attraverso il corridoio dove la porta d'ingresso e' ancora spalancata e volo in camera di J. urlando parole a random.

Divano verde, la casa piu' sporca del mondo.
L. scrive sempre "peace" prima di firmare il suo nome nelle email di couchsurfing. Vende scarpe e vive con K. una ragazza che di giorno fa la graphic designer e di notte la venditrice di bubble tea (che e' una schifezza) e C. un ommioddiouncapellone, per dirla alla Murano. Vivono nella tipica villetta americana con giardino e cassetta delle lettere il cui interno pero' ha iniziato a marcire. La vasca da bagno e' MARRONE e ci sono tanti di quei capelli sul fondo che l'acqua non esce mai completamente. Poi insetti di ogni tipo ed il pavimento della casa indistinguibile dall'esterno di terra battuta. Con L, K e C abbiamo passato una serata meravigliosa a bere maragaritas a 1.50$ in un posto messicano e poi limoncello sul loro divano (il mio giaciglio). il giorno dopo ho fatto come i senzatetto e mi sono lavata da starbucks prima di andare a lavoro. Avevo paura di prendermi qualche rara infezione ad appoggiare qualsiasi parte del mio corpo a qualsiasi parte del loro appartamento. Siamo usciti di nuovo insieme e ci siamo voluti tutti molto bene al punto che mi hanno proposto di venire a vivere con loro. A quanto pare L. e' stufa di vendere scarpe e vuole girare il mondo. Ma non ho ancora l'assicurazione sanitaria e vivere li sarebbe stato cercarsela per cui ho deciso che era meglio essere barbona ancora per qualche giorno.

Lettone con gatti, casa del Boss
La mia capa e' partita per qualche giorno e mi ha offerto di venire a stare nella sua casa gigantesca e fare la cat sitter. Dopo la doccia all'Hilton questa e' la prima volta che mi sento veramente pulita. Ovviamente passo le notti sveglia alla finestra a controllare che non ci siano assassini pronti ad irrompere nella casa. Qualche volta vedo i vicini che fanno jogging con il cane alle quattro di notte. La casa e' completamente circondata da bosco ed in giardino ci sono i CERVI. I CERVI! Genitori cervo che portano i figli cervo a vedere gli umani e mangiare i loro pomodori. Poi le farfalle, grandi come gatti. E le zanzare come topi.

(Mul)Holland drive.
Ci vado domani dopo lavoro. La mia coinquilina e' una dottoranda in lettere classiche che insegna latino. E' carina carina. La casa e' piccola, un po' vecchiotta ma ha un'aspetto sereno. La ragazza che se ne va mi lascia tutti i mobili e la bici e mi risparmia il dover nolleggiare un furgone e comprarmi letto etc.
Quindi si, si (ri)inizia!

3 commenti:

  1. è lo scopo della baracca: autoindulgenza

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  2. A me piace sia il racconto del tuo pezzetto di vita sia il tuo stile un pochino Jonathan Coe.

    Thumb Up Girl!

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