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domenica 22 agosto 2010

Dipendenza da se stessi: l'autoreferenzialità nel giovane contemporaneo

(Pancani, sentirmi meno avventuroso di te mi getta nello sconforto)

Internet è, statisticamente parlando: acquisti di oggetti superflui, video di cani e ansia d'autorappresentazione. Non possedendo ahimè nè un account di e-bay nè un cane, mi rimane l'ultima, che passo a sfogarvi tutta addosso, senza scrupolo alcuno.

Oggi è il mio penultimo giorno in Italia. Domani si conclude un anno in cui "ho provato solo a digerire, e ho finito con l'imparare molto sulla digestione" (tratto dai segretissimi documenti di Palazzo Garrovo). Un anno di epiche battaglie, tutte dentro le pareti della pia madre. E fuori dalle pareti, quasi nulla. Mi sono reso conto di non sapere più fare a socializzare, semplicemente perchè il mio organismo non ha più la forza per sostenere i necessari quantitativi di alcohol. Poi mi sono reso conto che socializzare è un gioco a perdere. Poi mi sono reso conto di rendermi conto di troppe cose, e che il mio organismo non ha la forza per sostenere nemmeno il peso dell'auto-consapevolezza. Il paralizzante, oh quanto paralizzante, peso del sapere le cose che ti succedono mentre ti succedono.

E quindi: escapismo (che non me ne abbiano i prescrittivisti, lo so che non è una parola).

E sono escapato in Scandinavia, dove mi sono sentito molto basso e molto poco biondo. Dove tutto è così pulito e verde, e dove ho avuto la più interessante conversazione dei miei ultimi tempi, su un tram a Goteburg, con un rappresentante delle foltissime, biondissime ed occhialutissime schiere degli hipster svedesi (un esemplare di "svennehipster", da non confondersi con i vari "klubbhipstern" o "gubstritkillern", per chi di voi sia come me sempre intrattenutissimo dalla tassonomia della gioventù urbana), che a differenza dei suoi colleghi, aveva delle opinioni. Io mi stavo vantando ad alta voce di aver "figured out swedish hipsters so quickly", dimentico del fatto che chiunque in quel paese è anglofono (pare per diritto acquisito), al che lui risponde "oh, really?". E di li, escalation. La conversazione si è conclusa con "hey sorry, this is my stop, but don't worry, cause meaning will create itself, cause this is what it does". Momenti di gratitudine per avere una mente.

Poi siamo andati via bus nella terra dei sogni infranti e delle rivoluzioni spirituali della Facciani: Christiania. Che non dubito fosse un incredibile fazzoletto di terra, libertà, amore e autodeterminazione nel cuore di una capitale dell'Europa capitalista, trent'anni fa. Ora però, le nuove generazioni christianiane vendono merchandizing (molto del quale serve per consumare o contenere marijuana), si fanno treni della suddetta marijuna, si comprano schermi al plasma e si fanno tatuaggi intimidatori. Mi chiedo quanto bisogno di rivoluzioni spirituali ci voglia per essere rivoluzionati da Christiania. Io ne sono uscito dopo due giorni con il pensiero unico: la crudele impermanenza delle cose umane, di come l'equilibrio sia solo un accidente temporaneo, e tutto sia destinato, in modi più o meno interessanti, a finire.

Poi sono tornato a casa, dove mi sono dedicato con solerzia al gap tra i libri che possiedo e i libri che ho letto. Sono entrato in frenesia tipografica, e ho stampato/rilegato nell'ordine: tutta la bibliografia non-fiction di DFW, poi i fratelli James ed E. Goffman, poi Santayana e Marco Aurelio, gli Upanishads e quasi tutta la bibliografia di Neil Gaiman. Che si sposa con Amanda Palmer, tra l'altro, ed io li amo e vorrei un figlio da entrambi.

Poi altro escapismo: tra una settimana sarò a Blackrock City, sulla spianata, ex-lago salato del pleistocene del Blackrock Desert, a guidare questo http://playapillar.com/ . Poi torno a casa e la realtà mi darà un pugno sui denti, i denti in forma del mio libretto ed il pugno nella modesta forma di Atzori. Io gli dirò (ovviamente solo nella mia mente): ho appena passato una settimana di indulgenza e psichedelici nel deserto, il tutto con i soldi di papà, (ed un po' dei cocomeri, ma soprattutto di papà), e non ho studiato assolutamente nulla del suo rilevantissimo esame, ma soprattutto ho smesso di credere da tempo nella istituzione che lei qui rappresenta, non provo alcun interesse verso i suoi riconoscimenti, e sono convinto che lei e la sua combriccola siate solo propagatori di memi anti-illuminanti e tronfia disonestà intellettuale. Ora mi dia il mio 18 e leviamoci dal cazzo.

Stanotte invece, mentre stavo utilizzando il mio portatile a scopo letterario/autoerotico (accettatela così e non indagate oltre), mi ha morso un ragno, uno di quei ragni di casa mia, per chi di voi li conosce. Per la prima volta non sono scattato in automatico alla vista del ragno, in uno stato di quiete remissiva. Il ragno stava sotto la mia coscia, e sopra ci stava il portatile, e dopo avermi morso, il ragno è scappato di gran carriera verso il bordo del letto. E mentre lo fissavo allontanarsi da me e dalla mia tecnologia, ho pensato che vabbè, io me ne stavo li con la mia tecnologia, ma in realtà è molto più figo lui , il ragno, incredibilmente più figo, rispetto alla mia tecnologia. Certo, il mio portatile può andare su internet e farmi scrivere sui blog e vedere video di cani con buffi capi d'abbigliamento. Però non può fare un altro portatile. E mi è scesa una lacrima. Per il ragno, per me stesso, per tutti quanti, che siete molto più belli di un portatile, o di un blog, o di una settimana di villeggiatura con o senza deserto, o di un bonus di buonauscita o di una promozione a responsabile regionale vendite o di un anno sabbatico o di qualsiasi targhetta su qualsiasi scrivania del mondo.

7 commenti:

  1. In che modo uno che va al Burning Man e' meno avventuroso di una che va a vivere in un posto senza avere un posto in cui vivere?

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  2. andare a vivere in un posto senza avere un posto in cui vivere dimostra una profonda accettazione della natura imprevedibile dell'esistenza. Andare al burning man dimostra una profonda accettazione di sostanze stupefacenti e poco altro

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  3. Qui i miei problemi di lettura si sono magicamente risolti...
    ritengo sia necessario intervenire per difendere il povero Atzori, che male non farebbe ai figli delle formiche più piccole del mondo.
    Povero..povero.. Atzori..

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